Alla fine degli anni ‘90, per lavoro, mi trasferisco a Milano, rinunciando a vivere e lavorare nella mia terra d’origine, il Salento.

Ben presto sento in me una inquietudine che mi porta, dapprima, a rinunciare al classico “posto fisso” (ero un dipendente statale) e a tornare a quella che era la mia passione e l’oggetto dei miei studi di gioventù: dare spazio alla mia creatività attraverso la creazione di software.

Purtroppo, mi accorsi ben presto che c’era ancora qualcosa che non andava.

Mi sentivo incompleto, fagocitato in un mondo in cui il profitto e la competizione sovrastano i valori dell’Anima e dell’armonia.

Tutto accadde per puro caso, un giorno in cui camminando per recarmi verso la fermata della metropolitana, vidi di sfuggita e distrattamente una targa color oro… si, una di quelle targhe che si trovano collocate all’esterno dei palazzi, per indicare la presenza di un professionista o di un ufficio/studio.

Sulla targa c’era scritto “Scuola di Shiatsu”.

Quel brillore dorato della targa mi colpì e mentre continuavo a camminare verso la mia meta, continuavo a provare un senso di attrazione misto a totale ignoranza di ciò che quella parola giapponese volesse significare.

Poteva significare tutto e nulla: poteva essere una scuola di cucina, o di arti marziali, o di chissà quale diavoleria d’arte fascinosa inventata in oriente.

Tornai indietro e senza neanche sapere cosa stessi facendo suonai il campanello e varcai fisicamente quel portone, spiritualmente la soglia della mia nuova vita.

Con lo shiatsu ho riscoperto il contatto con l’altro, la comunicazione non verbale e totalmente priva di sovrastrutture tra due individui in connessione profonda.

Prima ancora che divenire un percorso professionale, lo shiatsu per me è stato un vero percorso di conoscenza e crescita personale.

Aperto quel varco, la sete di conoscenza è diventata per me vitale; volevo sapere di più su di me: tante domande affollavano la mia testa in relazione a innumerevoli sensazioni interiori e contrastanti che affioravano nel mio corpo e nella mia Anima.

Dalle discipline orientali avevo appreso l’esistenza di un concetto fascinoso e che mi aveva colpito parecchio: il Cielo Anteriore e il Cielo Posteriore, ossia ciò che siamo prima della nostra nascita e ciò che diventiamo dopo la nostra nascita.

Da lì la foga di voler approfondire il tema, perché mi rendevo conto che la nostra vita è come quella di un iceberg: sotto la superficie c’è un mondo inesplorato che influenza pesantemente il galleggiamento di ciò che c’è sopra.

Un nuovo importante sentiero si apriva di fronte a me, un percorso che richiedeva un viaggio nell’underworld, in quella che Dante chiama la “selva oscura”, un luogo tutto da esplorare.

La porta di ingresso nella mia personale selva oscura è stata, quindi, l’incontro con le Costellazioni Familiari.

Quale ambito poteva, infatti, darmi risposte migliori se non le Costellazioni Familiari?

Con le Costellazioni Familiari ho avuto modo di chiarire innumerevoli quesiti in ambito relazionale, familiare, lavorativo, a tal punto da voler aiutare e condurre anche gli altri verso la dissoluzione di nodi, praticamente, in tutti gli ambiti della vita.